I guerrieri del clima

By: Laura Silvia Battaglia e gli studenti di giornalismo dell'Università Cattolica
  • Summary

  • I guerrieri del cambiamento climatico è un podcast di Avvenire, a cura di Laura Silvia Battaglia e degli studenti praticanti del biennio 2021-2023 Scuola di giornalismo dell'Università Cattolica di Milano, che racconta le piccole grandi storie di chi ha fatto la storia dell’attivismo climatico, e perché ha deciso di battersi per un pianeta migliore di quello che rischia di diventare.
    Donne e uomini, giovani e non, figure note e meno note.
    Avvenire
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Episodes
  • Ep09 - Winona LaDuke: proteggere le riserve indiane
    Sep 8 2024
    Winona LaDuke è un’attivista e scrittrice americana. Nata nel 1959, Winona proviene da una famiglia nativa americana. Suo padre infatti faceva parte della tribù Ojibwe stanziata nella White Earth, conosciuta come la più grande riserva indiana del Minnesota. Queste terre sono sempre state oggetto di disputa tra i nativi e il governo americano fin dal 1867. Winona fin da piccola ha conosciuto le usanze e le tradizioni dei nativi. Dopo essersi laureata in sviluppo economico rurale, è diventata preside di un liceo della White Earth. Dal 1982 combatte per far restituire agli Ojibwe l’intera White Earth: nonostante questa zona fosse stata assegnata ai nativi nel 1867, negli anni successivi compagnie di legname e altri gruppi non indiani si impossessarono di gran parte delle terre.


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    9 mins
  • Ep08 - Il cacciatore d’Egitto che si è fatto guardiano
    Jul 27 2024
    Ci porta in Egitto l’ottava puntata dei Guerrieri del Clima, il podcast di Avvenire a cura di Laura Silvia Battaglia e degli studenti della Scuola di Giornalismo della Cattolica. Protagonista della puntata, che ha visto come autori Matteo Galie' e Samuele Valori, è Gad El Rab, un egiziano classe 1966. In una delle sue rarissime foto indossa un turbante sbiadito in testa e un gilet marrone gli copre la camicia. Tre figli e due matrimoni, la sua vita è sempre stata legata agli animali e alla natura, fin da quando da ragazzo venne ammesso dagli uomini della sua famiglia alle battute di caccia. Non aveva ancora sedici anni e già si trovava a sperimentare le leggi non scritte che regolano Wadi El Gemal, la Valle dei Cammelli: un’area desertica tra il Nilo e il Mar Rosso, alle pendici delle alture Sud-orientali dell’Egitto. La caccia selettiva a cui prendeva parte vietava l’uccisione di cuccioli e mamme.

    La conoscenza approfondita del deserto lo avvicina allo scienziato Sherif Baha El Din, ricercatore di quello che nel 2003 sarebbe diventato il Parco nazionale Wadi El Gemal. Col tempo, Gad, da semplice beduino, diventa prima ranger e poi gestore dell’area naturale. Se oggi la Valle dei Cammelli conta 23 specie di mammiferi, 25 di rettili e 45 di uccelli, è stato possibile grazie al lavoro di conservazione di Gad che, con la sua esperienza, ha saputo anticipare le mosse dei cacciatori e ha salvato le specie dall’estinzione. L’altro grande nemico è stato il cambiamento climatico, aggirato con l’aiuto di Joahnnes Girardi, manager italiano che si è impegnato fin da subito in un progetto di ecoturismo che va avanti ancora oggi.
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    8 mins
  • Ep07 - Yamid Alonso Silva Torres: vivere e morire per El Cocuy
    Jul 14 2024
    Yamid Alonso Silva Torres aveva 38 anni e lavorava come guardiano nel Parco nazionale naturale El Cocuy di Boyacá, in Colombia, dove era responsabile della gestione dell’ecoturismo nel settore La Esperanza. Era anche membro della Junta de Acción Comunal Vereda El Carrizal, il cui obiettivo era ed è ancora attuare azioni di ripristino ecologico nell’area di San Francisco, nel comune di Samaniego. Il 6 febbraio del 2020 Yamid è stato assassinato per essersi preso cura dei tesori naturali dei colombiani. La sua scomparsa non è un caso isolato, ma si colloca sulla scia di una serie di “morti verdi”: quelle che vedono come vittime attivisti e difensori dell’ambiente, uccisi perché schieratisi a difesa delle risorse naturali e riguardo le quali la Colombia detiene un triste primato. Gli artefici del suo omicidio erano probabilmente membri dell’ENL (Esercito di Liberazione Nazionale), per i quali la montagna di El Cocuy rappresenta la base perfetta per istituirvi la propria enclave, da cui muovere operazioni illegali, ritardando i processi di conservazione degli ecosistemi a rischio. Yamid amava la montagna su cui era cresciuto come amava la sua famiglia e i suoi tre bambini. Viveva con Dora, suo grande amore d’infanzia con cui però si era ricongiunto soltanto dopo 17 anni, il tempo del suo servizio nell’esercito e di un altro matrimonio. Nella stanza di Yamid sono rimasti pochi, sostanziali oggetti: un cappello, una ruana, una chitarra che sul retro riporta la scritta: “Dora e Yamid si amano”. Sulla mensola una cornice custodisce una fotografia: al suo interno c’è Yamid sorridente, a fianco di una laguna ghiacciata, in cima alla montagna di El Cocuy Paramo, che amava come una figlia.
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    7 mins

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