Il più spietato dei barbari, tanto che il suo nome è simbolo di distruzione e di rovina. Ma anche un uomo che ha saputo regnare sul suo popolo, gli Unni, rendendoli potenti e donandole un progresso mai raggiunto. Al punto da godere ancora del credito di mito in Ungheria.

Una donna, matematica e filosofa, che si affida alla scienza e alla ragione nell’Alessandria d’Egitto ormai completamente cristiana. Finirà vittima di un linciaggio da parte della folla, sobillata dal vescovo Cirillo; ma la sua leggenda verrà tramandata anche nel canone cristiano, come Santa Caterina d’Alessandria.

Il grande imperatore è stato il riformatore di un impero romano ormai in crisi. Ma si è pure distinto come uno dei più accaniti persecutori di cristiani, che riteneva una minaccia per lo Stato. Fra le sue vittime, si racconta anche un manipolo di soldati che si converte e trova il martirio: la Legione tebana.

L’imperatore che preferisce combattere nell’arena. Figlio del saggio Marco Aurelio, Commodo si rivela uno scapestrato, facendo precipitare l’Impero romano in un turbine di eccessi incontrollati e di omicidi sommari giustificati da liste di proscrizione. Finché non viene ucciso in un complotto dal suo stesso istruttore.

Lui è il più folle degli imperatori romani, a cui viene attribuito (forse a torto) perfino il grande incendio che devasta Roma. Lei è la sua potentissima madre e anche la sua amante caduta in disgrazia, nel contesto di una corte incestuosa dove complotti, avvelenamenti e omicidi sono all’ordine del giorno.

Da una parte l’imperatore che impazzisce, cambia nome a Roma e nomina senatore il proprio cavallo. Dall’altra, la moglie del futuro imperatore Claudio, che di notte va a prostituirsi nei bordelli, fino a che il marito non ordina a un sicario la sua esecuzione.

Decapitati, crocifissi, lapidati, scorticati: la morte dei dodici Apostoli è un campionario di atrocità. Soprattutto nella versione agiografica della Leggenda aurea di Iacopo da Varagine, autore devoto che non risparmia indulgere nei particolari più disumani.

Tutti lo conoscono per la strage degli innocenti: l’uccisione indiscriminata dei bambini sotto i due anni pur di eliminare (senza riuscirci) il piccolo Gesù. Forse è solo una leggenda; di sicuro, però, è un sovrano senza scrupoli, capace di ordinare con sangue freddo il massacro di migliaia di oppositori politici.